“D'estate scoppiano più conflitti e tensioni, non tanto dovuti
al caldo quanto piuttosto alla convivenza forzata con familiari o
amici. Certamente, 10-11 mesi all'anno passati in attività esterne
alla famiglia producono comportamenti che si sedimentano nel vissuto
quotidiano, dagli orari di sveglia alle abitudini alimentari. La
pausa estiva costringe a un riadattamento sociale: le coppie
convivono 24 ore su 24, mamma e papà stanno tutto il giorno coi
figli e anche gli amici vengono vissuti più intensamente rispetto
alle frequentazioni sporadiche del sabato sera.
Ma quello che fa veramente male alla vacanza è considerare il
tempo libero che abbiamo a disposizione come un tempo passivo, in cui
non si fa nulla e non si pensa a nulla. Le ferie al contrario
dovrebbero essere un tempo attivo, un tempo cioè che favorisca le
relazioni umane e il benessere fisico".
Fulvio Giardina, presidente del
Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi