domenica 12 marzo 2017

GENITORI IN TRAPPOLA

E’ uno stato non solo psichico ma alquanto tangibile e reale in cui si trovano molti genitori  con figli in età soprattutto adolescenziale ma anche puberale. Escluse le patologie psichiche (che comunque, quando presenti,  hanno sovente una diagnosi tardiva) a cosa dobbiamo questa condizione familiare?
La causa principale riguarda un’attenzione esageratamente scrupolosa verso aspetti della vita dei nostri figli che sono solo marginali, e tali dovrebbero rimanere. Si tende invece, troppo spesso, a riempirli di significato, ingombrando la loro psiche di inezie. Questa modalità di procedere (spesso dovuta a nostre ansie ataviche), è perfetta per “bloccarne” lo sviluppo, per impedirne dapprima il riconoscimento e quindi l’espressione delle proprie risorse (che sono invece i veri tesori di ciascuno di noi). Conseguentemente le autonomie e l’autostima del ragazzo/a non possono beneficiarne.
Invece di puntare l’occhio sulla figura, l’adulto in questione pone lo sguardo sul contorno, tralasciando i bisogni fondamentali del figlio/a e assecondandolo nel “capriccio”, dove invece andrebbe fermato.
In poco tempo si è passati da uno stile educativo in cui il padre dettava legge ad una “educazione senza padre”.  Il padre del dopoguerra dava dei confini precisi entro i quali ci si poteva muovere, e li faceva rispettare anche con la forza. Per il resto il figlio/a doveva “farsi da se”.  Oggigiorno, invece, l’adulto cerca il più possibile di “sostituirsi” al ragazzo/a per alleviargli le pene, con la conseguenza di ritardarne la crescita.
E’ consueto, nella società contemporanea, trovare  giovani con uno sviluppo cognitivo notevolissimo (favorito dal continuo bombardamento di informazioni e dalle nuove tecnologie) ma con una
“intelligenza emotiva” molto acerba. I ragazzi di oggi non sanno tollerare le frustrazioni, nemmeno le più piccole, e questo li rende estremamente fragili.  Cio’, ovviamente, è dovuto in larga parte al clima iperprotettivo che gli adulti hanno costruito intorno a loro.
Con questo non voglio tessere l’elogio della società del dopoguerra, ne tanto meno compararla con la nostra , in quanto sarebbe come confrontare delle mele con delle pere.

Tuttavia questo excursus può essere utile a comprendere che il “nuovo stile educativo” dominante rischia di “intrappolare” i genitori stessi in gabbie familiari in cui i figli fanno richieste sempre più pressanti, dove presentano esplosioni di rabbia incontrollate oltre che incomprensibili, e dove la gestione diventa una problematica insormontabile.