domenica 1 ottobre 2017

L’UNICITA’ DEL BAMBINO E LA BUONA SCUOLA



La buona scuola è solo quella che tiene conto dell’unicità del bambino, non ce ne sono altre.
Elenco di seguito una serie di esempi in cui la singolarità del bambino è stata palesemente ignorata dalla scuola, fallendo clamorosamente la sua missione:
Thomas Mann definiva la scuola “stagnante e deludente”.  Gandhi diceva che gli anni di scuola erano stati i più infelici della sua vita, che egli non aveva alcuna predisposizione per lo studio, e che forse sarebbe stato meglio per lui se non ci fosse mai andato”. La scrittrice norvegese Sigrid Undset disse:” detestavo la scuola con tutto il cuore! Per evitare lo studio avevo elaborato una complicata tecnica che mi consentiva di pensare ad altro durante le lezioni”. L’attore e regista Kenneth Branagh era talmente angosciato dalla scuola che a undici anni cercò di rompersi una gamba buttandosi dalle scale, per poter rimanere a casa e restarsene in pace in camera sua a leggere. John Lennon fu espulso già all’asilo.  Lo scrittore esistenzialista Paul Bowles non andava d’accordo con la nuova insegnante Miss Crane in quanto troppo autoritaria, per cui ideò un sistema per eseguire quelli che a lui sembravano compiti privi di senso evitando di svolgerli veramente: scriveva tutto come gli dicevano, ma all’incontrario. Alle scuole elementari le maestre di Albert Einstein dicevano che era un po’ ottuso, un po’ sempliciotto, non molto sveglio, che non era particolarmente bravo nemmeno in aritmetica anche se dimostrava buona volontà. Pablo Picasso non imparò mai la sequenza delle lettere dell’alfabeto e smise di andare a scuola a dieci anni perchè si rifiutava testardamente di fare alcunchè tranne dipingere.
Potrei fare tanti altri esempi, e anche se la scuola negli anni è cambiata radicalmente, non sempre il valore fondamentale dell’unicità del singolo viene rispettato.