La cultura della
prestazione ci distrugge, ci annienta.
Perchè?
Perchè ci
allontana da noi stessi, da un rapporto sano ed equilibrato con la realtà.
Quello a cui
dovremmo aspirare non è “essere i migliori”, “i più bravi”, “i più belli”, “i
più forti”, “ i più...”
Dovremmo
invece aspirare a trovare uno stato di consapevolezza grazie al quale,
qualunque cosa si sta facendo, non ci si
dimentica mai di noi stessi.
Lucidi, ma
non troppo coinvolti, col proprio ritmo e la propria velocità, senza snaturarsi
e senza andare oltre i propri limiti.
Restare se
stessi in alcuni vortici giornalieri è segno che si è sulla strada giusta.
Poichè la
maggior parte delle cose che facciamo quotidianamente sono “da fare” non ci
resta che spostare l’attenzione sul “come “ farle, cioè su come approcciarsi
agli impegni.
Il segreto,
insomma, sta nel tipo di presenza che si riesce ad avere a se stessi.