venerdì 31 agosto 2018

LA NOSTRA FRAGILITA’

Istintivamente nascondiamo le nostre fragilità a noi stessi ancor prima che agli altri, come se quella parte di noi non ci andasse bene; la rifiutiamo, non la vogliamo. Ed è come se decidessimo autonomamente di tagliarci un pezzo del corpo, ma non un dito del piede o della mano, un pezzo vitale. Solo se, invece, riusciamo a ripartire dalla nostra fragilità possiamo trovare la collocazione nel mondo giusta per noi.

L’INCAPACITA’ DI RISOLVERE IL RAPPORTO CON SE STESSI

PUO’ PORTARE ALLA DISPERAZIONE.

BENVENUTA CRISI

Ogni crisi interiore degna di questo nome ci obbliga a riconsiderarci; come eravamo prima improvvisamente non va più bene, non conosciamo più la direzione. Cambiano i valori, cambiano gli scopi di vita. Si svelano nuovi aspetti di noi che non sapevamo di avere, se ne perdono altri. Ci ricollochiamo nel mondo.

BENEDETTA EDUCAZIONE

Educare vuol dire “tirar fuori” , non imporre, come a volte si crede…. oltre al fatto che non è mai un processo unidirezionale; “educare” infatti è, al contempo, “essere educati”.

giovedì 30 agosto 2018

TUTTO QUELLO CHE VUOI

E’ DALL’ALTRA PARTE DELLA PAURA, MA NON DI UNA PAURA QUALSIASI, DELLA TUA PAURA. PER QUESTO E’ IMPORTANTE CONOSCERLA.

martedì 28 agosto 2018

NEL SISTEMA FAMIGLIA IL TERAPEUTA INDIVIDUA LE PERSONE CHIAVE

…. il cui mutamento di atteggiamento rende possibile il cambiamento del sistema organizzativo, senza per questo minacciarne l’identità più profonda.

SIAMO TANTO PIU' “SANI”..

… quanto più il nostro Sé è dinamico e capace di sostituire il nostro sistema di valori con svalutazioni e rivalutazioni in base al fluire dell’esperienza.

lunedì 27 agosto 2018

PER UNA TERAPIA NON DIRETTIVA

…. ma centrata sul paziente ! Dove quest’ultimo non subisce un’interpretazione che gli giunge da un impianto teorico precostituito, ma esprime il suo “stato di incongruenza”. E’ solo partendo da questo, nella considerazione dei propri vissuti esperienziali, che egli può risolvere il problema che lo ha condotto in terapia, favorendo le sue capacità di autoregolazione e di autorealizzazione.

OGNI INDIVIDUO VIVE IN UN MONDO DI ESPERIENZE DI CUI E’ IL CENTRO

Secondo la psicologia rogersiana, questo mondo costituisce il suo campo percettivo all’interno del quale ogni organismo cerca la soddisfazione dei propri bisogni. Ogni esperienza non coerente con la struttura del proprio Sè può venire percepita come una minaccia, e quanto più numerose sono queste percezioni, tanto più rigida diventa l’organizzazione caratteriale.

L’ AUTOREALIZZAZIONE secondo l’orientamento psicologico di Maslow

è alla base dell’interpretazione umanistica del bisogno, della motivazione e della personalità. Secondo la psicologia umanistica, la conoscenza delle proprie motivazioni consente a ciascuno di evitare l’autoinganno e di giungere alla conoscenza del proprio Sè.

domenica 26 agosto 2018

LA VITA IN MOVIMENTO DI ADLER

Secondo Adler è inconcepibile pensare alla vita senza presupporre un movimento; e non si può immaginare un movimento senza ipotizzare un percorso diretto verso una meta. Se poi assimiliamo quest’ultima al significato che ciascuno dà alla propria esistenza, scopriamo che ci sono tanti significati dati alla vita quanti sono gli esseri umani.

IL PIACERE COME ESPERIENZA DI BENESSERE PUNTUALE E TRANSITORIA

I contributi più significativi in questa direzione sono stati offerti dall’approccio psicoanalitico, che ha individuato nella ricerca del piacere e nell’evitamento del dolore i principi regolatori alla base della vita psichica.




IL “ DISTURBO DELLA VOLONTà ”

Quando le cause non sono da attribuirsi a qualche disturbo organico come l’ipotiroidismo, l’insufficienza surrenale e l’adenoidismo, la pigrizia può essere indizio di conflitti psichici che rinviano a carenze affettive o a incomprensioni parentali che generano avvilimento, apatia e inerzia.

sabato 25 agosto 2018

IL GUADAGNO DELLA MALATTIA

Può sembrare strano, ma se si osserva bene, dalla sintomatologia nevrotica possono derivarne dei vantaggi. Per la psicoanalisi si ha un guadagno primario, che consiste nella riduzione dell’angoscia dovuta alla scarica, mediante il sintomo, dell’energia psichica repressa; e un guadagno secondario, che consiste nell’utilizzazione del sintomo al fine di manipolare le persone e le situazioni a proprio vantaggio.




LA QUESTIONE DELLA FIDUCIA

Erikson parla di fiducia di base per indicare la fase dello sviluppo, corrispondente allo stadio orale, durante la quale il bambino percepisce di essere accolto e benvoluto dall’ambiente circostante. In questo periodo acquisisce quella sicurezza che gli consente, in opposizione a ciò che sente come affidabile, di riconoscere il male e la negatività. La presenza di circostanze traumatiche durante questa fase dello sviluppo può incidere sulla fiducia di base con conseguenti ripercussioni a sfondo depressivo o nevrotico-impulsivo nella psicologia dell’adulto.




UN PO’ DI FRUSTRAZIONE

…. fa bene!! Freud riteneva la frustrazione utile per lo sviluppo dell’ Io e per il suo adattamento alla realtà. Oggi, molti dei nostri ragazzi, non riescono minimamente a tollerarla. Come mai?

giovedì 23 agosto 2018

UNA GRANDE FESTA…. COME TRASGRESSIONE

La concezione che Freud ha di festa è quella di un eccesso permesso, anzi offerto, l’infrazione solenne di un divieto. L’eccesso dunque come natura stessa di ogni festa; dove l’umore festoso è provocato dalla libertà di fare ciò che altrimenti sarebbe proibito.




UNA GRANDE FESTA….. COME RIGENERAZIONE

Tutti i popoli, fin dall’antichità, hanno sentito il bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e ritualizzando.
La festa, in questo senso, assume il valore di una rigenerazione collettiva; il principio è quello per cui la vita non può essere riparata, ma solo rinnovata.




mercoledì 22 agosto 2018

VISSUTO E INCONTRO UMANO

Psicoanalisi e fenomenologia condividono la scelta di rivolgersi al vissuto del soggetto, non al comportamento; oltre al rilievo dato all’incontro umano come possibilità, nella relazione, di un riconoscimento reciproco.

QUALE REALTA’?

Non esiste una realtà in sé ma solo una realtà in me: sono io che do significato all’esperienza così come la percepisco. Il sentire non è verificabile, non è ne giusto ne sbagliato. E il paziente può solo imparare a riconoscerlo e a gestirlo.” E’ importante, nel lavoro psicologico, tenere sempre ben a mente l’importanza di questo approccio fenomenologico.

IL LUTTO COME STATO PSICOLOGICO

è conseguente alla perdita di un oggetto significativo che ha fatto parte integrante della nostra esistenza. La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona cara o l’abbandono del luogo di origine; oppure interno, come il chiudersi di una prospettiva, la perdita della propria immagine sociale o un fallimento personale. Dal lutto, che comporta sempre un’identificazione con l’oggetto perduto, si esce attraverso un processo di elaborazione psichica. Un blocco in questo processo porta alla depressione, che insorge quando il soggetto sente l’oggetto perduto come una parte ineliminabile di sé, da cui non può separarsi se non separandosi da se stesso.




martedì 21 agosto 2018

LE IMPLICAZIONI PSICOLOGICHE DEL MANIERISMO

Per manierismo si intende quello stile di comportamento, riguardante soprattutto la mimica e l’eloquio, caratterizzato da tratti di artificiosità che non lasciano trasparire spontaneità e immediatezza. Il manierato non è in grado di vivere nell’autenticità, ma è costretto ad assumere una maschera che supplisce alla mancanza di un volto proprio. Nella schizofrenia, il manierismo si manifesta come sforzo estremo di mantenere un rapporto interpersonale, attraverso l’adozione di un linguaggio e di un comportamento che comunque tradiscono la mancanza di un sé autentico e unitario.

LE SFACCETTATURE DELLA MANIPOLAZIONE

La manipolazione ha una valenza negativa e riguarda tutte le condotte messe in atto con lo scopo di controllare e manovrare gli altri per raggiungere i propri scopi. Questi comportamenti si possono riscontrare nei bambini, quando utilizzano il pianto o atteggiamenti seduttivi per la soddisfazione dei loro desideri; negli adulti, che individuano il lato debole della persona che intendono manipolare; nei nevrotici a sfondo isterico, che utilizzano il sintomo per modificare la condotta di chi li circonda; nella comunicazione di massa attraverso l’informazione ripetuta e alterata.

lunedì 20 agosto 2018

DALLA CONCEZIONE FILOSOFICA DI COLPA A QUELLA PSICOANALITICA

Il contributo filosofico di Heidegger eleva la colpa a condizione originaria dell’esistenza umana. La possibilità cioè di essere colpevole appartiene all’essenza dell’essere umano, ed è dunque ineliminabile.
In psichiatria, invece, la colpa viene posta al centro di una condizione psicologica e sintomatologica ben specifica: quella depressa; mentre in psicoanalisi non si parla più di colpa ma di “senso di colpa”, e riguarda l’espressione di un conflitto.

domenica 19 agosto 2018

UNA DIFESA DISADATTIVA CONTRO L’ANGOSCIA

può essere talvolta incarnata dalla regressione, cioè da un ritorno ad uno stadio precedente dello sviluppo psichico, che può manifestarsi nelle forme di pensiero, nelle relazioni e nel comportamento. Essa può emergere di fronte a situazioni che il soggetto non riesce ad affrontare. Può essere breve e temporanea (come il pianto dell’adulto o lo scatto d’ira che ripete un comportamento infantile) oppure grave e duratura con effetti catastrofici.

PER UNA PSICOLOGIA SISTEMICA

Ciascuno di noi appartiene ad un sistema di comunicazione sociale dove ogni singolo individuo influenza ed è influenzato da ogni altro membro. E’ possibile dunque agire sulle relazioni interindividuali, modificandole, per promuovere lo sviluppo delle singole personalità bloccate e per cambiare la modalità del loro relazionarsi.

C’E’ SEMPRE UN RITMO

Freud riconduce al ritmo i comportamenti connessi alla produzione di piacere. Jung estende il concetto di ritmicità oltre la sfera sessuale, includendo anche i meccanismi di seduzione, la musica, la danza, ed anche il lavoro. Ritmo, insomma, come carattere peculiare di tutti i processi emotivi in genere, in quanto “ogni eccitazione, poco importa in quale fase della vita, tende ad esplicarsi ritmicamente, tende cioè a ripetizioni”.

sabato 18 agosto 2018

GENITORI DEPRESSI

E’ pressochè impossibile distinguere tra fattori ereditari e ambientali riguardo l’origine e il mantenimento della condizione depressiva. I genitori depressi, infatti, sottopongono i loro figli ad un clima familiare tendenzialmente triste o ad un’educazione rigida e colpevolizzante che facilita una futura depressione.

LA TEORIA COGNITIVA DI BECK

capovolge il quadro sintomatologico della depressione, considerando le distorsioni cognitive (come l’esagerato pessimismo e gli autorimproveri) come cause e non come conseguenze della depressione. Secondo questa teoria, dunque, se ne esce solo correggendo la cognizione delle proprie esperienze e la distorsione del concetto di sé.

IL MODELLO DELL’ENERGIA PSICHICA

Jung adotta come criterio interpretativo della depressione il modello dell’energia psichica, considerando quest’ultima come imprigionata e incapace di liberarsi. La sua chiave di lettura dunque non è esclusivamente causale ma anche prospettica. Prende cioè in considerazione il fenomeno come un processo inespresso a cui è possibile dar corso liberando l’energia trattenuta.

MELANCONIA E PSICOANALISI

La melanconia, come il lutto, risulta essere la reazione alla perdita dell “oggetto amato”. A causa di una reale mortificazione o delusione subita dalla persona amata, l’individuo si identifica con “l’oggetto abbandonato”. In tal modo, questa ferita d’amore, può trasformarsi in una perdita dell’Io dando luogo alla depressione.

venerdì 17 agosto 2018

AUTOCOSCIENZA

Acquisire un certo grado di autocoscienza non allontana, non distacca dalla realtà; crea solo le giuste proporzioni, grazie alle quali si riconoscono il posto, la funzione e l’utilità di tutte le componenti della personalità: corpo, istinti, emozioni e pensiero.

giovedì 16 agosto 2018

UNA POSIZIONE ESISTENZIALE

Anche la persona più semplice ha una sua concezione della vita, implicita magari, inespressa, ma ognuno ce l’ha. Ciascuno, inevitabilmente, prende una sua posizione di fronte alla vita, a se stesso e agli altri. E’ molto utile esplicitare al paziente questa sua posizione esistenziale e renderlo consapevole, in modo da aiutarlo a rintracciare in essa le cause del mantenimento della sua nevrosi.

LA COSTRUZIONE DI UNA TERZA STORIA

La relazione tra analista e paziente si realizza guidata dalla reciproca curiosità e dalla motivazione a “trasformare” qualcosa che duole. Ciò che nasce dallo scambio efficace consente il costruirsi di una terza storia.

PER FAVORIRE UN PROGRESSO COGNITIVO

Il genitore può indurre dei conflitti socio-cognitivi procedendo alla “messa in discussione” della risposta del bambino. Questa dinamica sociale di confronto costituisce la condizione necessaria per un progresso cognitivo, in quanto assicura la presa di coscienza, da parte del bambino, dell’esistenza di risposte possibili diverse dalla propria.




CARO BAMBINO

Caro bambino, tua madre, sviluppando un’immagine dei tuoi bisogni, te li rappresenta…. e tu inizi a riconoscere te stesso proprio sulla base delle sue rappresentazioni.

mercoledì 15 agosto 2018

LA PAROLA PRODOTTA DAL LAVORO ANALITICO

può liberare il corpo sviluppando linguaggio e pensiero, e permettere di superare gli effetti deleteri delle organizzazioni difensive sintomatiche.

CAMBIO DI PROSPETTIVA PER PSICOLOGI

Non è il paziente che deve adeguarsi al riferimento teorico dello psicologo e al tipo di terapia proposta, ma lo psicologo che deve destreggiarsi tra le svariate metodologie in base alle caratteristiche del paziente e al tipo di richiesta che gli viene fornita, e… dove non arriva… dichiarare resa ed inviare il paziente ad un altro specialista con formazione specifica.




PARTE SANA

E’ importante lavorare sulla parte sana, attivarla e svilupparla, in modo che il soggetto si distolga dall’inflazione emotiva del disturbo. Si tratta di togliere l’energia diretta verso il sintomo per mettere subito in funzione la parte sana, altrimenti ristagnante e inoperosa.

martedì 14 agosto 2018

UN CAMBIAMENTO IRREVERSIBILE

quando qualcosa è stato modificato in noi, non si ritorna più quelli di prima, è irreversibile. E la psicoterapia punta a questo.

lunedì 13 agosto 2018

SEI BRUTTO, SPORCO E CATTIVO!

A forza di dire ad un bambino “sei cattivo!” il suo inconscio finisce per accettare questa qualifica ed il bambino si sente in dovere di agire da cattivo, come se pensasse: “Se dici che sono cattivo, allora agisco da cattivo, altrimenti ti smentirei… e io non voglio smentirti”

L’INCONSCIO NON SI FERMA


A volte accade che, quando riflettiamo su un problema e non ne veniamo a capo, lo mettiamo da parte e la soluzione si presenta da sola dopo un certo tempo. In questo caso non si tratta di un prodotto dell’intuizione ma di un elaborato dell’inconscio.



domenica 12 agosto 2018

MI SENTO IN CONFLITTO… MA CAMPO BENE LO STESSO


Avere dei conflitti non dà dei disturbi clinici. Può dare disagio, sofferenza, qualche notte insonne,ma non produce sintomi. I sintomi invece vengono prodotti quando i conflitti vengono repressi o rimossi nell’inconscio, oppure quando sono troppo acuti.



NON E’ GIUSTO

IN TERAPIA, PORTARE TUTTI AL SUPERCOSCIENTE !!!



Se non c’è una vera aspirazione da parte del paziente, perché addentrarsi?
Si lavorerà piuttosto per liberarlo dai complessi, dalle fobie, dagli egocentrismi. Tuttavia, dato che esiste un’angoscia emotiva, ma anche una puramente esistenziale, occorre fare una diagnosi differenziale, perché la terapia che ne consegue è in parte diversa.

E’ SEMPRE COLPA DEI GENITORI?


I genitori “falliscono” nel compito di far progredire il proprio figlio quando tentano di influenzare il comportamento immediato del bambino e non la comunicazione. Ma, come sempre, non è sempre colpa dei genitori !! Le difficoltà di comunicazione dipendono anche dal modo in cui il piccolo interpreta il compito che deve svolgere, e dal modo in cui interpreta il successo o l’insuccesso della comunicazione.




sabato 11 agosto 2018

LA COMUNICAZIONE CON I NOSTRI FIGLI 2

Quando un messaggio non è stato compreso in quanto ambiguo, l’adulto in genere tenta lui stesso di indovinare la risposta corretta, soprattutto richiedendo l’informazione mancante. Questa strategia può tuttavia essere efficace per risolvere il compito nell’immediato, ma non permette al bambino di imparare a comunicare efficacemente. Egli infatti, in questo modo, non diventa consapevole che se l’adulto gli domanda di completare il suo enunciato iniziale è perché, così com’era, non poteva comprenderlo.

LA COMUNICAZIONE CON I NOSTRI FIGLI

Quando una comunicazione non ha successo i bambini non sanno riconoscere che l’ambiguità del proprio messaggio può essere eliminata soltanto fornendo le informazioni complementari indispensabili: pensano invece, più frequentemente, che dovrebbe essere il genitore a riflettere di più.