Lo straniero è uno “sconosciuto imprevedibile”, e in quanto
tale genera sempre un certo timore, seguito da una necessità di
controllo e di gestione, talvolta da una mancata accettazione.
Dal punto di vista psichico è molto interessante comprendere
quale collocazione diamo allo straniero che è dentro di noi. Cioè
che rapporto abbiamo con il “non-conosciuto” che ci abita? Lo
ascoltiamo, lo accettiamo, facciamo dei tentativi di dialogo, oppure
lo ignoriamo, fingiamo di non vederlo e tentiamo di sopprimerlo?