Istintivamente nascondiamo le nostre fragilità a noi stessi ancor
prima che agli altri, come se quella parte di noi non ci andasse
bene; la rifiutiamo, non la vogliamo. Ed è come se decidessimo
autonomamente di tagliarci un pezzo del corpo, ma non un dito del
piede o della mano, un pezzo vitale. Solo se, invece, riusciamo a
ripartire dalla nostra fragilità possiamo trovare la collocazione
nel mondo giusta per noi.