Jung adotta come criterio interpretativo della depressione il
modello dell’energia psichica, considerando quest’ultima come
imprigionata e incapace di liberarsi. La sua chiave di lettura dunque
non è esclusivamente causale ma anche prospettica. Prende cioè in
considerazione il fenomeno come un processo inespresso a cui è
possibile dar corso liberando l’energia trattenuta.