Un’altra interpretazione della genesi del disturbo fobico è
quella che attribuisce all’oggetto, alla situazione o all’animale
il ruolo di simbolo di un conflitto psichico rimosso. Ad esempio la
claustrofobia potrebbe rievocare un abuso subito nell’infanzia in
un luogo chiuso; il principio è che per la nostra psiche è molto
più tollerabile attribuire la paura ad uno spazio chiuso piuttosto
che all’esperienza troppo dolorosa dell’abuso.
L’ultima interpretazione del disturbo fobico riguarda invece
un’esperienza negativa dell’oggetto, situazione o animale della
fobia stessa. Ad esempio potremmo avere paura di guidare dopo un
terribile incidente d’auto; in questo caso è proprio il ricordo
dell’incidente che alimenta la fobia. Ovviamente, in base
all’interpretazione della causa del disturbo fobico è bene fornire
al paziente una terapia diversa. Specificatamente nei primi due casi
il terapeuta deve necessariamente individuare quale sia il conflitto
rimosso che dà origine alla fobia. Nel terzo caso invece occorre
favorire una nuova elaborazione dell’esperienza negativa vissuta
dal paziente, per lo più attraverso l’impiego di tecniche
cognitivo-comportamentali.
Esperto in disagio minorile, disturbi emotivi e del comportamento, dinamiche disfunzionali nel rapporto genitori-figli. Si occupa anche di depressione, attacchi di panico, fobie, rapporti affettivi, dipendenze (alcool, droga, gioco d'azzardo, sesso, nuove tecnologie), disturbi alimentari, centro di ascolto per ragazzi in difficoltà, disturbi d'ansia, dell'umore, somatoformi, del sonno, sessuali, terapia di coppia, autostima, assertività, disturbi ossessivo compulsivi.