mercoledì 23 agosto 2017

L'INCONTRO



Gli incontri che facciamo dal momento della nascita alla vita adulta imprimono su di noi dei segni indelebili. Preciso che gli incontri di cui parlo sono quelli che ci mettono in relazione con gli altri. Considero dunque, l’entrare in relazione, una condizione fondamentale per la nostra esistenza, non solo da un punto di vista sociale ma anche psichico.
L’esperienza genitoriale è quella che permette al bambino di fare il suo primo incontro, il quale, per essere buono, deve essere necessariamente un incontro d’amore. Il genitore cioè deve accogliere la domanda d’amore del bambino, per non instillare in lui un dubbio che non gli consentirebbe di porsi con un atteggiamento di fiducia verso gli altri e verso la vita in genere.
Questo atto d’amore che in primis la madre rivolge al bambino è quindi un gesto di volontà, che dimostra che la genitorialità non è mai biologica ma sempre adottiva. Questo atto di volontà implica anche l’assenza di progetti e di attese verso i propri figli ,  oltre all’ evitamento del rischio di  “fagocitarli”( cioè di tenerseli tutti per se).  Dovere dei genitori è anche quello di non fare gli educatori, ma piuttosto quello di comunicare la loro “insufficienza”, e trasmettere semmai il loro desiderio senza pretendere dal figlio che sviluppi lo stesso ma  sostenendolo nella coltivazione del proprio.
Dal punto di vista clinico si può osservare chiaramente che una vita amata custodisce in se un maggior numero di risorse e di possibilità per qualsiasi soggetto.