C’è un punto
di partenza alla base di ogni terapia psicologica: il paziente è sempre
responsabile. Occorre rifiutare l’idea che il soggetto sia vittima anche nel caso
lo sia effettivamente stata (ad esempio in caso di traumi subiti, violenze,
ecc). Ovviamente la responsabilità non riguarda ciò che ha subito ma quello che
il paziente decide di farne. Insomma
l’approccio ad un percorso psicologico non deve essere di tipo deterministico;
non è vero che dati certi genitori abbiamo determinati effetti. Tra causa ed
effetto c’è la particolarità di ciascun soggetto. La sofferenza del paziente è
data dalla coazione a ripetere di dinamiche psicologiche disfunzionali, e il
percorso psicologico ha il compito primario di introdurre degli elementi
innovativi, liberatori.
Ciascun
soggetto quindi è responsabile della sua posizione, e dunque può scegliere se
restare fermo nella posizione di sofferenza in cui si trova oppure cambiarla.