gli interpreti sono degli “esclusi”; non è con questa
vocazione caritatevole che si produce arte. L’arte richiede una
trasfigurazione, solo così il teatro può assolvere la sua funzione
politica: sono in scena perché ho qualcosa da dire, perché mi metto
in rapporto con un indicibile, perché sulla scena si compia un
processo trasformativo.