Quello che
definiamo come “difetto” o “sintomo” è la parte più autentica che abbiamo, e
non va mai criticata o giudicata, piuttosto ascoltata, in quanto rappresenta essa
stessa la via per la soluzione del problema.
L’ossificazione
dell’anoressica è il tentativo di sparire nella speranza di essere finalmente
riconosciuti. L’anoressica non è sbagliata perchè smette di mangiare,
semplicemente il suo corpo le sta dicendo che l’ Altro non la riconosce, con la
conseguenza di non essere lei stessa riconoscibile a se stessa. Il sintomo dunque
è già un processo di cura che il corpo mette in atto quando la psiche non
riesce a mentalizzare. Per questo, molto spesso, l’attribuzione di un valore
simbolico agli accadimenti somatici può aprire la strada alla comprensione del
nostro problema. Prendersi cura del sintomo significa innanzitutto considerare di
avere un corpo.
Un bambino,
ad esempio, non può ammettere a se
stesso di non essere amato dalle figure genitoriali anche se questo fosse vero.
Nel suo caso lo sviluppo di un sintomo avrebbe addirittura un valore salvifico.