domenica 25 agosto 2019

Intolleranza, società malata Allarme degli psicoanalisti
















Se la disumanità è un rischio costante per l’umano in cui si può scivolare quasi inavvertitamente [...] ancor più necessario è riuscire ad ascoltare anche quello che si cela sotto la paura, per trasformarla in possibilità di contatto con se stesso e con l’altro. Il denominatore, insomma, è trasformare se stessi e le situazioni, non solo criticare; è riconoscersi «comunità di vita», come dicono oggi i freudiani, ovvero «comunità consapevole» in cui gli individui si realizzano, diceva Jung ai suoi. Credere alla vita comporta di essere «per» qualcuno o qualcosa. Il disporsi «contro», invece, avvia a processi di possibile distruttività per sé prima ancora che per gli altri. Derive alla lunga difficili da controllare. Ce la si può fare a uscire dalle crisi se si è vigili in umanità