“Moltissimo,
perché questi mezzi sono dei condizionatori del pensiero, non nel
senso che ci dicono cosa dobbiamo pensare, ma nel senso che
modificano in maniera radicale il nostro modo di pensare,
trasformandolo da analogico, strutturato, sequenziale e referenziale,
in generico, vago, globale, olistico. Inoltre alterano il nostro modo
di fare esperienza avvicinandoci il lontano e allontanandoci il
vicino. Mettendoci in contatto non con il mondo, ma con la sua
rappresentazione, ci consegnano una presenza senza respiro
spazio-temporale, perché rattrappita nella simultaneità e nella
puntualità dell’istante. Che fare? Non possiamo rinunciare all’uso
di questi mezzi perché equivarrebbe a una sorta di esclusione
sociale. Il che la dice lunga sulla nostra libertà di far uso o meno
dei mezzi informatici.”
Umberto Galimberti