Esiste un particolare legame tra psicologia e poesia.
Arte e nevrosi, in effetti, hanno qualcosa in comune: entrambe
attingono energia dall’inconscio, luogo dove non esiste ancora la
distinzione tra reale e fantastico. Nella nevrosi accadono dei
processi di trasformazione che portano ad un sintomo, cioè ad un
disturbo senza senso e fastidioso; la poesia invece ha la
possibilità, appunto attraverso l’inconscio, di esprimere “ l’
indicibile”.
Esperto in disagio minorile, disturbi emotivi e del comportamento, dinamiche disfunzionali nel rapporto genitori-figli. Si occupa anche di depressione, attacchi di panico, fobie, rapporti affettivi, dipendenze (alcool, droga, gioco d'azzardo, sesso, nuove tecnologie), disturbi alimentari, centro di ascolto per ragazzi in difficoltà, disturbi d'ansia, dell'umore, somatoformi, del sonno, sessuali, terapia di coppia, autostima, assertività, disturbi ossessivo compulsivi.
martedì 31 luglio 2018
NON SO
“…...chi sono, che anima ho.
Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste”.
Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste”.
Da “Una sola moltitudine”
HO BISOGNO DI PSICOTERAPIA
“Ho bisogno di psicoterapia perché cadere otto volte nello
stesso piccolo abisso
non può mai essere casualità bensì causalità.”
non può mai essere casualità bensì causalità.”
Marwan
LA TERRA DI ARCADIA
“Siamo tutti nati in Arcadia, tutti veniamo al mondo pieni di
pretese di felicità e di piaceri” (Arthur Schopenhauer).
Non c’è niente di male in questo, anzi guai se non fosse così.
Tuttavia, il nostro tempo ha assunto come unico imperativo categorico quello del godimento assoluto e immediato, del tutto e subito…. a scapito del desiderio. E questo, dal punto di vista psichico, non è affatto salutare.
Non c’è niente di male in questo, anzi guai se non fosse così.
Tuttavia, il nostro tempo ha assunto come unico imperativo categorico quello del godimento assoluto e immediato, del tutto e subito…. a scapito del desiderio. E questo, dal punto di vista psichico, non è affatto salutare.
HO BISOGNO DI PSICOTERAPIA
“Ho bisogno di psicoterapia perché voglio conoscere i vuoti che
ho nell’anima per riempirli con parole di amor proprio, con carezze
a me stesso”
Marwan
lunedì 30 luglio 2018
ESAURIMENTI NERVOSI, ANSIA E PANICO
anche (e soprattutto) quando ci sembra di non poter chiedere di
più alla vita, in quanto abbiamo ottenuto tutto quello che
desideravamo: il lavoro, la moglie, la casa, i figli. La convinzione
che sia arrivato il momento di raccogliere i frutti e di godere del
raccolto, unita allo sforzo di concentrare tutte le nostre fatiche
per mantenere ciò che abbiamo conquistato, non ci aiuta. Anzi,
attaccarsi sempre di più alle cose, come se la nostra identità
passasse indiscutibilmente attraverso di esse, non può che
collocarci in uno stato di tensione e di paura e dunque nuocere alla
nostra salute.
L’ALTRO NON E’ ALTRO DA NOI… MA ALTRO DENTRO DI NOI
Ciò significa che dentro di noi abbiamo uno spazio ben definito
che è lo spazio dell’ Altro. Appunto per questa nostra oggettiva
conformazione psichica non possiamo escludere l’Altro da noi
nemmeno se lo volessimo, in quanto esso è parte di noi; sarebbe come
tagliarsi un braccio, una gamba, un pezzo del proprio corpo. Dunque,
preso atto dello stato delle cose, non ci resta che imparare a
dialogarci bene con questo Altro, a conviverci, ad ascoltarlo, anche
perché è lui che porta quelle innovazioni che ci consentono di dare
nuovo ossigeno al nostro motore.
TROPPO SPESSO METTIAMO IN DISCUSSIONE IL NOSTRO VALORE
troppo spesso lo pesiamo semplicemente sulla base, ad esempio,
della realizzazione o meno dei nostri progetti. Il nostro valore,
invece, resta identico; oltre al fatto che non è che più soffriamo
più riusciamo a cambiare lo stato delle cose, non è che più stiamo
male più riusciamo a risolvere il problema; anzi, soffrire non serve
ad espiare alcunchè. In conclusione, è normale talvolta essere
invasi da un senso di inadeguatezza e di sconfitta, l’importante è
non identificarsi con esso ma considerarlo solamente uno stato
passeggero quale è.
SI PUO’ SMONTARE QUESTO CIRCOLO VIZIOSO DI AUTOSVALUTAZIONE
… con la consapevolezza. Ogni volta che si sta per innescare
questo meccanismo dobbiamo accorgerci che stiamo cadendo nell’errore
di ripetere il passato. Possiamo perciò fare una cosa molto
importante, cioè “disinnescare” quei pensieri dannosi prima che
si concretizzino in azioni o in giudizi negativi verso noi stessi.
DI TUTTO RESTANO 3 COSE
”Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.”
Fernando Pessoa
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.”
Fernando Pessoa
domenica 29 luglio 2018
OGNI VOLTA CADIAMO INTENZIONALMENTE NELLO STESSO COMPORTAMENTO… MA LO FACCIAMO COSCIENTEMENTE?
Il problema vero, appunto, è che il più delle volte noi non
abbiamo consapevolezza di questo meccanismo. Normalmente, infatti,
non ci accorgiamo di quante volte mettiamo in atto la disistima verso
noi stessi con atteggiamenti autolesionistici. Poichè siamo abituati
a comportarci in modo sempre uguale, diamo per scontato che quello
sia il nostro modo di reagire di fronte alle situazioni della vita.
A VOLTE CI FACCIAMO VOLONTARIAMENTE DEL MALE
Anche se sembra paradossale, siamo spesso noi che cerchiamo di
ritrovare quella particolare atmosfera in cui in passato siamo stati
frustrati, colpiti, attaccati, aggrediti. Esistono infatti
numerosissimi esempi di persone che nella loro vita ripetono
costantemente situazioni in cui vengono punite e martoriate, in cui
inseguono proprio quell’attacco che li ha annientati.
mercoledì 18 luglio 2018
ancora… SULLA CONOSCENZA DI SE’
Conoscere se stessi passa inevitabilmente attraverso la percezione
del proprio corpo: “L’uomo non conosce se stesso se non per mezzo
delle affezioni del suo corpo e delle idee di queste”.
martedì 17 luglio 2018
VOLER CONOSCERE SE STESSI E’ ANCHE (E SOPRATTUTTO) UN PIACERE
Il piacere è una componente essenziale dell’esistenza, infatti
ci accompagna sempre nei momenti più importanti della nostra vita.
Il solo fatto di “sentirci vivere” alimenta uno stato di piacere
che potenzia la nostra disposizione a interagire nuovamente con noi
stessi e con gli altri. E più proviamo gioia più siamo in grado di
provarne ancora, questo è il meccanismo.
lunedì 16 luglio 2018
LA CONOSCENZA DI NOI STESSI RESTA UNA CHIMERA
(anni di psicoanalisi,
infatti, non bastano)
domenica 15 luglio 2018
NON SIAMO CONTENITORI VUOTI
Già gli antichi quando si chiedevano a cosa servisse educare
parlavano di educare alla virtù, cioè a formare un uomo… un uomo
che, proprio per questo, in futuro avrebbe avuto gli strumenti per
diventare un uomo libero.
Questa concezione aveva tuttavia un presupposto fondamentale, cioè che non siamo dei contenitori vuoti. Lo stesso significato del termine “educare” lo dimostra, in quanto vuol dire “far uscire”, “tirare fuori”. Al contrario del termine “informare” che significa mettere la forma di chi sta informando nella “scatola” di chi viene informato.
Questa concezione aveva tuttavia un presupposto fondamentale, cioè che non siamo dei contenitori vuoti. Lo stesso significato del termine “educare” lo dimostra, in quanto vuol dire “far uscire”, “tirare fuori”. Al contrario del termine “informare” che significa mettere la forma di chi sta informando nella “scatola” di chi viene informato.
ESISTONO DUE TIPI DI APPLAUSI DAVANTI ALLA DISABILITA’ IN SCENA
Si può applaudire allo sforzo della differenza di farsi simile a
noi, simile per quell’approssimarsi; e poi si può liberare un
plauso di stupore, un plauso affatto consolatorio, un plauso perché
qualcuno ti ha portato in un posto ignoto capace di sospendere
qualcosa e suggerire possibilità inedite.
PENSARE LA DIVERSITA’ IN TERMINI DI SCARTO
come suggerisce François Jullien. Nozione che indica una
divergenza, che invita a ricordare che è l’errore, il buco dentro
al sistema, ciò che permette l’emergere di un altro possibile. Lo
scarto produce disordine, consente di uscire dalla norma, smarca il
pensiero dalla comodità del dogmatismo.
sabato 14 luglio 2018
NON SI FA DEL BUON TEATRO SOLO PERCHE’
gli interpreti sono degli “esclusi”; non è con questa
vocazione caritatevole che si produce arte. L’arte richiede una
trasfigurazione, solo così il teatro può assolvere la sua funzione
politica: sono in scena perché ho qualcosa da dire, perché mi metto
in rapporto con un indicibile, perché sulla scena si compia un
processo trasformativo.
IL CORPO E’ IL SOGGETTO PSICHICO PER ECCELLENZA
In ogni corpo c’è una storia, un mistero che si raggiunge per
sottrazione, come nella scultura: “ma tu come facevi a sapere che
in quel blocco di marmo c’era una cavallo?” È questo lo stupore
che sorge.
La compagnia Teatro La Ribalta non mette in scena la patologia: esplorare le possibilità di quel corpo significa porre davanti la comunicazione, il messaggio di cui ogni soggetto, nella sua assoluta singolarità, si fa portatore.
La compagnia Teatro La Ribalta non mette in scena la patologia: esplorare le possibilità di quel corpo significa porre davanti la comunicazione, il messaggio di cui ogni soggetto, nella sua assoluta singolarità, si fa portatore.
domenica 8 luglio 2018
LE NOSTRE BARRIERE..
...alla serenità.
Ciascuno di noi, se ci pensa un attimo, è in grado di riconoscere le sue. Il fatto è che dovremmo spalancare le porte alla serenità, in qualsiasi momento capiti, in quanto non giunge mai inopportuna. Spesso invece siamo restii a farla entrare, perchè ci chiediamo se abbiamo davvero motivo per essere sereni, oppure se la serenità non ci sottragga alla serietà delle nostre riflessioni, così come alle nostre gravi preoccupazioni.
Ciascuno di noi, se ci pensa un attimo, è in grado di riconoscere le sue. Il fatto è che dovremmo spalancare le porte alla serenità, in qualsiasi momento capiti, in quanto non giunge mai inopportuna. Spesso invece siamo restii a farla entrare, perchè ci chiediamo se abbiamo davvero motivo per essere sereni, oppure se la serenità non ci sottragga alla serietà delle nostre riflessioni, così come alle nostre gravi preoccupazioni.
L’OPINIONE DEGLI ALTRI
ha un valore solo in quanto può determinare all’occasione il
loro agire nei nostri confronti; non è vero quindi che non abbia un
valore... ce l’ha, ma si tratta di un valore solo relativo. Ciò
che determina l’opinione generale che gli altri hanno di noi , cioè
l’onore, non è la nostra “vera natura”, ma “quella
apparente”. Per questo è possibile perdere il proprio onore senza
avere perduto il proprio valore, e viceversa.
“APPENA SUPERATA LA PUBERTA’ AVEVO GIA’ CAPITO..
quale fosse la mia posizione nel mondo e rispetto al mondo con
sufficiente chiarezza per applicare alla mia condotta di vita
l’espletamento di una necessità assoluta: quella di assecondare
arditamente il mio carattere, accettando con coraggio gli svantaggi e
gli inconvenienti che esso può provocare”.
Schopenhauer
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