La buona
scuola è solo quella che tiene conto dell’unicità del bambino, non ce ne sono
altre.
Elenco di
seguito una serie di esempi in cui la singolarità del bambino è stata palesemente
ignorata dalla scuola, fallendo clamorosamente la sua missione:
Thomas Mann definiva la scuola “stagnante e
deludente”. Gandhi diceva che gli anni di scuola erano stati i più infelici
della sua vita, che egli non aveva alcuna predisposizione per lo studio, e che
forse sarebbe stato meglio per lui se non ci fosse mai andato”. La scrittrice
norvegese Sigrid Undset disse:”
detestavo la scuola con tutto il cuore! Per evitare lo studio avevo elaborato
una complicata tecnica che mi consentiva di pensare ad altro durante le
lezioni”. L’attore e regista Kenneth
Branagh era talmente angosciato dalla scuola che a undici anni cercò di
rompersi una gamba buttandosi dalle scale, per poter rimanere a casa e
restarsene in pace in camera sua a leggere. John
Lennon fu espulso già all’asilo. Lo
scrittore esistenzialista Paul Bowles non
andava d’accordo con la nuova insegnante Miss Crane in quanto troppo
autoritaria, per cui ideò un sistema per eseguire quelli che a lui sembravano
compiti privi di senso evitando di svolgerli veramente: scriveva tutto come gli
dicevano, ma all’incontrario. Alle scuole elementari le maestre di Albert Einstein dicevano che era un po’
ottuso, un po’ sempliciotto, non molto sveglio, che non era particolarmente
bravo nemmeno in aritmetica anche se dimostrava buona volontà. Pablo Picasso non imparò mai la sequenza
delle lettere dell’alfabeto e smise di andare a scuola a dieci anni perchè si
rifiutava testardamente di fare alcunchè tranne dipingere.
Potrei fare
tanti altri esempi, e anche se la scuola negli anni è cambiata radicalmente, non
sempre il valore fondamentale dell’unicità del singolo viene rispettato.