La
psicologia deve per forza di cose lavorare col “qualcos’altro” che ci
costituisce, cioè quel qualcosa che non appartiene ne alla natura ne alla
cultura. Gli studi sui gemelli infatti dimostrano differenze nelle biografie
anche tra gemelli geneticamente identici e cresciuti nella stessa famiglia.
Un noto caso,
invece, di gemelli monozigoti maschi cresciuti in ambienti diversi che si
rividero per la prima volta da adulti, evidenzia che i due soggetti usavano
entrambi il dentifricio Vademecum, il dopobarba Canoe, il tonico per capelli
Vitalis e che fumavano entrambi le sigarette Lucky Strike. Dopo quell’incontro
si spedirono per posta il regalo per il compleanno, che risultò essere il
medesimo regalo scelto indipendentemente in due diverse città.
Questo
dimostra che a determinare l’unicità non è tanto il mazzo di carte genetico
ricevuto in dono ma qualcos’altro. Questo qualcos’altro è ad esempio ben
visibile nell’innamoramento. Per forza di cose, infatti, nell’innamoramento i
gemelli identici perdono un po’ della loro identicità. Questo perchè l’ amore è
inesorabilmente legato alle fantasie, all’aspettativa dell’ignoto. Insomma
l’amore si innamora anche di qualcos’altro che è invisibile. Il filosofo spagnolo Ortega y Gasset dice che
l’innamoramento è un evento raro e fortuito che colpisce a una profondità
incredibile, e quando accade, accade esclusivamente per la singolarità
dell’oggetto: quella persona, non un’altra.
E questo è possibile anche perchè l’incontro tra amante ed essere amato
è un incontro di immagini, un incontro con qualcos’altro.